Sta per arrivare anche in Italia il salario minimo, da non confondere con il reddito minimo garantito. Al governo si sta discutendo sulla base salariale oraria da fissare che, presumibilmente, si aggirerà intorno ai 7 euro l'ora. Il salario minimo sarà introdotto in uno dei prossimi decreti attuativi riferiti al Jobs Act, la riforma del lavoro, che secondo il governo riscriverà le regole del mercato del lavoro.

Ma che cos'è il salario minimo? E' una soglia salariale al di sotto della quale, per Legge, il datore di lavoro non potrà andare ed è fondamentalmente dedicato alle persone che lavorano con contratti atipici. In pratica, qualsiasi tipo di lavoro si faccia, non si può percepire meno di quanto stabilito come soglia base. Ecco spiegata anche la differenza con il reddito minimo che è invece un supporto economico che viene versato alle persone disoccupate e in situazione di criticità economica.

Anche in questo caso purtroppo, l'Italia è ai fanalini di coda fra le nazioni europee ad aver attuato misure di questo genere. Una delle ultime nazioni ad aver varato il salario minimo è stata la Germania che ha fissato un salario orario base di 8,5 euro. Noi ci manterremo un poco più bassi. I circa sette euro comunque, sono netti e questa cifra è stata calcolata dal governo italiano in maniera che non entri in competizione con i voucher lavoro che vengono utilizzati per tutti quei lavori regolamentati da contratti di lavoro occasionale. 

In ogni caso, il salario minimo è dedicato ai cosidetti "working poor" quei lavoratori cioè che pur lavorando guadagnano talmente poco da essere entrati nel girone delle persone in condizioni economiche disagiate

I sindacati però sono poco convinti relativamente questa misura e Maurizio Landini, segretario della Fiom, sostiene la realizzazione di un referendum popolare per chiedere ai cittadini l'abrogazione del Jobs Act